Tutti i premi di Middle East Now 2020

Vince il premio del pubblico “Between Heaven and Earth” della pluripremiata regista palestinese Najwa Najjar.

Il “Premio Cinema Iran 2020” dedicato a Felicetta Ferraro va a “Sunless Shadows” di Mehrdad Oskouei, uno dei più importanti documentaristi iraniani.

Per i cortometraggi: il Premio Best OFF al miglior corto d’autore a “Brotherhood” della regista tunisina Meryam Joobeur,
mentre il premio Best Short Staff Award 2020 al corto palestinese “Maradona’s Legs” di Firas Khoury.

 

Si è conclusa con un grande successo di pubblico e attenzione da parte dei media la 11a edizione di Middle East Now, il festival internazionale che presenta la cultura mediorientale più contemporanea, che si è svolto dal 6 al 11 ottobre al Cinema la Compagnia, al MAD Murate Art District e altre location della città. Quasi tutte le serate cinematografiche sono state sold out e numerosissimo anche il pubblico delle proiezioni pomeridiane e delle matinée, che si sono svolte nel rispetto delle limitazioni alle presenze in sala imposte dal Covid 19, e con tutte le misure di sicurezza necessarie. Grande partecipazione ai Talk e alle presentazioni di libri, ai focus dedicati ai fumetti, alla serata food, all’opening della mostra Seven by Seven al MAD Murate Art District, così come ai molteplici incontri e dibattiti nel ricco programma del festival internazionale diretto da Lisa Chiari e Roberto Ruta.

“E’ con grande soddisfazione che chiudiamo questa edizione straordinaria di Middle East Now – dicono i direttori artistici Lisa Chiari e Roberto Ruta – che nonostante le difficoltà e tutte le complicazioni del momento che stiamo attraversando, ci ha portato feedback estremamente positivi su programma ed eventi, arrivati sia dal nostro pubblico sia dagli ospiti e dalla stampa. Anche l’esperienza di portare il festival online su Più Compagnia, in collaborazione con MyMovies è stata decisamente positiva, un’opportunità in più per il nostro pubblico che sicuramente considereremo anche per le prossime edizioni. Del resto, come spesso accade, proprio nelle situazioni più incerte e difficili nascono nuove prospettive”.

Sono arrivati a Firenze anche diversi ospiti internazionali: dal regista iraniano Ahmad Bahrami del film vincitore a Venezia nella sezione Orizzonti, “The Wasteland”, ai documentaristi iraniani Sara Khaki e Mohammad  Reza Eyni, alla regista di origini palestinesi Yasmin Fedda, che insieme a Immacolata Dall’Oglio ha presentato il suo film “Ayouni”, dedicato appunto a Padre Paolo Dall’Oglio; fino ai gemelli palestinesi Tarzan e Arab Nasser, nuove star del cinema arabo, che con il loro “Gaza Mon Amour”, film di chiusura del festival, hanno fatto innamorare il pubblico del loro modo originale di raccontare storie sul grande schermo. Alle presentazioni in sala da parte dei registi, sono seguiti degli accesi dibattiti al termine delle proiezioni. E inoltre, grande attenzione e interesse per il focus dedicato i fumetti, che ha visto la partecipazione tra gli altri della fumettista siriana Diala Brisly, del talentuoso fumettista italiano Luca Ferrara, della giornalista esperta di Medio Oriente e autrice Laura Silvia Battaglia e altri ancora.

Nella serata conclusiva assegnati i premi di questa edizione 2020:

_ il Middle East Now Audience Award, il film più amato dal pubblico, è risultato “Between Heaven and Earth” della pluripremiata regista palestinese Najwa Najjar, commedia road movie su una giovane coppia al divorzio, che apre scenari inaspettati sul passato e sulla storia.

_ il “Premio Cinema Iran 2020” dedicato alla memoria di Felicetta Ferraro, storica collaboratrice del festival, è andato al bellissimo e intenso “Sunless Shadows” di Mehrdad Oskouei, girato in un centro di detenzione minorile femminile iraniano. La giuria composta da Germana Rivi, Bianca Maria Filippini e Mario Vitalone, lo ha giudicato “un documentario coraggioso per il tema proposto, che ci apre una porta per lo più chiusa, al di là della quale ci sono giovani donne che hanno ucciso, o partecipato all’uccisione, di padri o mariti violenti. La telecamera fissa riprende monologhi che ci mostrano come, una volta espressi verbalmente, i fatti e i sentimenti che li hanno provocati comincino ad esistere e diventare, forse, qualcosa con cui fare i conti. E l’ascolto è la chiave della ricostruzione narrativa. Come si sopravvive all’assassinio del proprio padre o del proprio marito? Questa la grande domanda posta che continua a risuonare a luci spente.”

Passando ai premi per i cortometraggi:

_ il premio Best OFF, conferito da OFF Cinema al miglior cortometraggio d’autore è andato a “Brotherhood” di Meryam Joobeur, film sul ritorno a casa nella Tunisia rurale di un giovane che ha combattuto per l’ISIS – scelto da una giuria composta da Simone Bartalesi, presidente di OFF Cinema, Tina Magazzini ricercatrice presso l’Istituto Universitario Europeo e Anacleto D’Agostino, professore di Archeologia e Storia dell’Arte del vicino Oriente Antico all’Università di Pisa – per essere riuscito “ad affrontare un tema spinosissimo, che viene tipicamente rilegato all’invisibilità o alla politica della paura, e a catturarne la complessità. Brotherhood offre uno spaccato sull’impatto della radicalizzazione islamica su un giovane e sulla sua famiglia, ma è anche molto più.”    

_ e poi ancora Palestina per il Middle East Now Staff Award, con cui lo staff del festival ha premiato il “Maradona’s Legs” del regista palestinese Firas Khoury: “per il notevole livello tecnico con cui sono state effettuate sia le riprese che la fotografia; per la ricercata accuratezza dei dettagli con cui la storia è stata messa in scena; per la visione differente del Medio Oriente che questo corto ci ha trasmesso, un corto che non è per il Medio Oriente ma proviene dal Medio Oriente. Una storia universale che parla di bambini e passioni che vuoi o non vuoi accomuna tutto il mondo”.