PROGRAMMA CINEMA: tutti i film e i cortometraggi del festival 2018

Finalmente online la selezione di tutti i film in programma a questa edizione di Middle East Now festival.

DIRECTOR IN FOCUS: Annemarie Jacir 

Wajib di Annemarie Jacir
(Palestina, Francia, Germany, Colombia, Norway, Qatar, United Arab Emirates 2017, 96’)
v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano

L’ultimo film della regista palestinese Annemarie Jacir, una delle più acclamate voci del cinema arabo di oggi. Abu Shadi è un padre divorziato e un insegnante ultrasessantenne che vive a Nazareth. Shadi, suo figlio architetto, arriva da Roma dopo anni di assenza, per aiutare suo padre a onorare il suo “wajib”: consegnare a mano le partecipazioni al matrimonio di sua sorella, secondo la tradizione palestinese. Quando padre e figlio, ormai estranei, passeranno la giornata assieme, le tensioni del loro rapporto riaffioreranno, mettendo a dura prova le loro vite così diverse. Con un’acuta ironia, e grazie all’interpretazione strepitosa dei due protagonisti Mohammad e Saleh Bakri, padre e figlio anche nella vita e due giganti del cinema arabo, Wajib racconta una storia toccante che indaga la linea sottile tra amore e dovere. Il film ha vinto il festival di Dubai, è stato candidato agli Oscar per la Palestina, e uscirà nelle sale italiane il 19 aprile, distribuito da Satine Films.
Abu Shadi is a divorced father and a school teacher in his mid-60s living in Nazareth. Shadi, his architect son, arrives from Rome after years abroad to help his father in hand delivering the wedding invitations as per local Palestinian custom (‘wajib’). As the estranged pair spend the day together, the tense details of their relationship come to a head challenging their fragile and very different lives.

Anteprima italiana alla presenza della regista, dell’attore protagonista Saleh Bakri e del produttore Ossama Bawardi.

 

Palestine, Summer 2006 di Annemarie Jacir
(Palestina, Svizzera, 2006, 3’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Registi palestinesi affermati e giovani emergenti sono invitati a lavorare a un progetto che riflette lo “stato d’animo” dell’estate del 2006 in Palestina. Dovranno raccontare le loro storie in soli tre minuti, con un unico piano sequenza. Uno spaccato della Palestina personale, politico e poetico, che esprime lo spirito di un popolo che lotta per la libertà.
Both established and emerging Palestinian filmmakers were invited to come together in a project that would reflect the “mood” of Summer 2006 in Palestine. Using one shot, filmmakers were asked to tell their stories in three minutes or less. The result is a unique perspective into the personal, the political, and the poetic – the spirit of a people struggling for freedom. Anteprima italiana

 

Like Twenty Impossibles di Annemarie Jacir
(Palestina, USA, 2003, 17’)  v.o: inglese, ebraico, arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Palestina, un paesaggio dolce abbruttito da posti di blocco militari. Quando una troupe cinematografica palestinese decide di evitare un posto di blocco, prendendo una strada laterale, il panorama politico si sgretola e i passeggeri vengono lentamente travolti dalla quotidiana brutalità dell’occupazione militare. “Like Twenty Impossible” è al tempo stesso un poema visivo e una vicenda sulla frammentazione di un popolo.

Occupied Palestine: a serene landscape now pockmarked by military checkpoints. When a Palestinian film crew decides to avert a closed checkpoint by taking a remote side road, the political landscape unravels, and the passengers are slowly taken apart by the mundane brutality of military occupation. Anteprima italiana

 

Salt of this Sea di Annemarie Jacir
(Palestina, Francia, 2008, 109’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Soraya, 28 anni, nata e cresciuta a Brooklyn, decide di tornare a vivere in Palestina da cui la sua famiglia è stata esiliata nel 1948. Arrivata a Ramallah, cerca di recuperare i soldi lasciati in un conto dai suoi nonni, ma va incontro al rifiuto della banca. Nel suo percorso incrocia Emad, giovane palestinese la cui ambizione è invece quella di lasciare definitivamente il paese. Soraya ed Emad prendono in mano le sorti della loro vita, anche se questo significa infrangere la legge. In questa corsa verso la vita, ci porteranno alla ricerca della storia perduta della Palestina.
Soraya, 28, born and raised in Brooklyn, decides to return to live in Palestine, a country that her family was exiled from in 1948. On arriving in Ramallah, Soraya tries to recover the money left in an account by her grandparents but meets with refusal from the bank. Her path then crosses that of Emad, a young Palestinian whose ambition, unlike hers, is to leave the country for good. To escape the constraints linked to the situation in Palestine but also to earn their freedom, Soraya and Emad take things into their own hands, even if this means breaking the law.

 

When I Saw You di Annemarie Jacir
(Palestina, Giordania, Grecia, 2012, 93’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano

Nel 1967, mentre nel mondo soffiano nuovi venti di speranza, la sconfitta degli stati arabi riunitisi per liberare la Palestina porta all’occupazione della Cisgiordania e di Gaza da parte dell’esercito israeliano. Decine di migliaia di palestinesi sono costretti a cercar rifugio nei campi profughi dei paesi vicini. L’undicenne Tarek trova ospitalità nel campo di Harir in Giordania, assieme alla madre Ghaydaa, dopo essere stati separati dal padre Ghassan. Inquieto e insofferente di fronte alle miserie della nuova vita, Tarek sogna un giorno di ricongiungersi con il padre, e l’incontro con un gruppo clandestino di combattenti palestinesi lo spinge a una forte presa di posizione.
Jordan, 1967. The world is alive with change, but in Jordan a different kind of change is underway as tens of thousands of refugees pour across the border from Palestine. Having been separated from his father in the chaos of war, Tarek, 11, and his mother Ghaydaa, are amongst this latest wave of refugees. Longing to be reunited with his father, Tarek searches a way out.

 

LUNGOMETRAGGI

Sans Bruit, Les Figurants du Desert
di COLLECTIF MML (Michał Mądracki, Maciej Mądracki, Gilles Lepore)
(Francia, Polonia, 2017, 64’) v.o: arabo, berbero, inglese, francese, sottotitoli: inglese, italiano
Alle porte del deserto, nel sud del Marocco, c’è la piccola città di Ouarzazate, dove il cinema (“l’occhio dell’Ovest”) e la cultura del luogo condividono una storia comune da più di un secolo. La gente del deserto, ora, è la gente del cinema, e i confini tra realtà e finzione si confondono. At the doors of the desert, in the south of Morocco lies a small town Ouarzazate, where the cinema – “the Western eye” – and the native culture share an over century-long mutual history. Borders between fiction and reality fade away. People of the desert are now the people of the cinema. Anteprima italiana


20th Suspect Circuit 
di Hesam Eslami

(Iran, 2017, 90’) v.o.: persiano, sottotitoli: inglese, italiano

Un’improbabile amicizia si instaura tra il regista ed Ehsan, il capo di una gang criminale giovanile iraniana che tenta di rubare la sua auto. Nei sei anni successivi, il regista segue la gang nelle loro scatenate scorribande per le strade di Teheran, mentre cercano di rubare auto, fare rapine e scontrarsi con le altre bande. Ma quando il gioco del gatto e del topo finisce male e vengono catturati dalla polizia, i ragazzi si rendono conto che il loro comportamento potrebbe non funzionare più, e che sono costretti a diventare adulti.
An unlikely friendship between the director and Ehsan, the leader of the Iranian youth gang that breaks into his car. Over the next six years, the director follows the gang in this gritty, nail-biting ride as they run wild in the streets of Tehran, breaking into cars, committing robberies and fighting in the streets. But when the gang’s cat-and-mouse games with police finally catch up to them, they realize their adolescent behaviour may not be working for them any longer.
Anteprima italiana, alla presenza del regista


Of Fathers and Sons 
di Talal Derki

(Germania, Siria, Libano, Qatar, 2017, 98’ ) v.o: arabo , sottotitoli: inglese, italiano
Il documentario vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultima edizione del Sundance Film festival. Il regista siriano Talal Derki, che sconvolse il mondo con il suo Return to Homs, torna in patria stavolta fingendosi un fotoreporter filo-jihadista che realizza un documentario sull’ascesa del califfato. Il risultato è un ritratto crudo e senza filtri del generale Abu Osama – leader islamista radicale di Al-Nusra, braccio siriano di Al-Qaeda – e del branco di giovani ragazzi che lo idolatra. Il loro capo è il figlio di Osama – che si chiama come l’eroe personale di papà, Osama bin Laden – e il film segue la loro crescita in un campo di addestramento.
Syrian director Talal Derki returns to his homeland where he gains the trust of a radical Islamist family, sharing their daily life for over two years. His camera focuses on Osama and his younger brother Ayman, providing an extremely rare insight into what it means to grow up in an Islamic Caliphate.
Anteprima italiana alla presenza del regista, introduce Giuseppe Alizzi autore del libro Sham Sham e profondo conoscitore di Siria.

 

Muhi – Generally Temporary di Rina Castelnuovo-Hollander, Tamir Elterman
(Israele, Germania, 2017, 89’) v.o: ebreo, arabo, sottotitoli: inglese, italiano
La storia emozionante di Muhi, ragazzino di Gaza vivace e coraggioso, che ha vissuto tutta la sua vita in un ospedale israeliano, accolto da piccolissimo a causa di una grave malattia autoimmune. Per salvargli la vita, i medici gli hanno amputato braccia e gambe. Intrappolato tra due patrie e due popoli, Muhi non è in grado di tornare a Gaza e suo nonno decide di restare con lui. Assistiamo ai momenti più importanti della loro vita, vissuti in circostanze paradossali che trascendono l’identità, la religione e il conflitto che divide il suo mondo. Il suo tempo in ospedale si sta però esaurendo, e Muhi ora deve affrontare la scelta più critica della sua vita. Catturando allegramente il cuore di tutti, ebrei e palestinesi, Muhi è schietto sulla propria identità: “Io non sono ebreo, sono arabo!”.
For the past seven years Muhi, a brave and spirited boy from Gaza has been living in an Israeli hospital, the only home he has ever known. Caught between two homes and two peoples, Muhi is unable to return to Gaza. He is saved and raised by those considered enemy by his people, in paradoxical circumstances that transcend identity, religion and the conflict that divides his world. His time at the hospital is running out and Muhi now faces the most critical choices of his life.

Anteprima italiana alla presenza di Joelle Alexis, montatrice del film

 

Palestinians. Us first di Moran Ifergan     
(Israele, 2017, 70’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano

Uno sguardo intimo e raro sulla vita della nuova generazione palestinese che vive in Israele. La regista segue tre giovani – Firas Khoury, Khader Abu-Seif e Bissan Tibi, della terza generazione dalla Naqba – che accettano di farla entrare nelle loro vite con la macchina da presa, parlando direttamente, senza filtri, della loro complessa identità all’interno della società israeliana in cui vivono, sotto occupazione. Tre voci di  giovani palestinesi che non hanno paura di alzare la testa ed esprimere il loro punto di vista, su ipocrisie, razzismo, violenze, fallimenti, come in uno scomodo specchio.
A rare and personal chance to glance into the world of the new Palestinian generation living inside Israel. The film follows three young Palestinians, all three are third generation of the Naqba, and agreed to let the director into their homes with her camera. They speak directly, without boundaries, about their complex identity inside the divided Jewish society in Israel, which they are forced to be a part of, under occupation.

Anteprima europea alla presenza della regista, introduce Marcella Simoni (docente Università Venezia)

 

Soufra di Thomas A. Morgan
(USA, Libano, 2017, 73’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Soufra racconta l’avventura avvincente di un’imprenditrice sociale, Mariam Shaar, rifugiata palestinese che ha trascorso tutta la sua vita nel campo profughi di Burl El Barajneh in Libano. Nonostante il suo status di rifugiata, per questo esclusa dai lavori migliori a Beirut, Mariam assieme a un gruppo di donne gestisce con successo la società di catering Soufra (“tavolo pieno di delizie” in arabo), e lotta per espandere le attività al di fuori del campo grazie all’acquisto di un food truck. Una storia emozionante di empowerment, che ha come produttore esecutivo Susan Sarandon, su un gruppo di donne che sanano le ferite della guerra attraverso il potere unificante del cibo.

Soufra follows the story of intrepid social entrepreneur, Mariam Shaar – a refugee who has spent her entire life in the Burl El Barajneh refugee camp in Lebanon. The film follows Mariam and a team of refugee women who set out to change their fate by launching a catering company, “Soufra”. Together, they heal the wounds of war through the unifying power of food while taking their future into their own hands.
Anteprima Italiana alla presenza del regista, introduce Silvia Chiarantini esperta di cucina Middle East

 

Wall di Moran Ifergan
(Israele, 2017, 64’) v.o: ebraico, sottotitoli: inglese, italiano

Una donna decide di interrompere il suo matrimonio e fugge nel più grande confessionale del mondo, il Muro del Pianto a Gerusalemme, e vi rimane per un anno. “Hakir” (Wall) segue la storia del divorzio della regista, attraverso le telefonate e i messaggi registrati tra lei e le donne importanti della sua vita: sua madre, sua sorella maggiore e la sua migliore amica. Al tempo stesso propone uno sguardo unico su ciò che accade nella “sezione femminile” del Muro del Pianto, il luogo pubblico più intimo al mondo.
A woman who decided to break-up her marriage, fled to the biggest confessional in the world, the Western Wall in Jerusalem and stayed there for a year. “Hakir” (Wall) follows the divorce story of the director, entirely through her phone calls and recorded messages to and from the important women in her life: her mother, her older sister, and her best friend. At the same time, the film provides a first glimpse at what happens in the “Women’s Section” of the Western Wall, the most intimate public site imaginable.

Anteprima italiana, alla presenza della regista.

 

Mirrors of Diaspora di Kasim Abid
(Iraq, Regno Unito, 2017, 88’) v.o: arabo , sottotitoli: inglese, italiano
“Mirrors of Diaspora” è un film sull’esilio, l’alienazione, i ricordi, la creatività, l’identità della propria patria, la sopravvivenza e la guerra, attraverso le vite di sette artisti iracheni della diaspora da più di quarant’anni. Le loro sfide, i fallimenti e i successi, sia come artisti che come esseri umani, dai tempi in cui frequentavano le scuole d’arte negli anni Settanta, e lavoravano come artisti di strada nelle piazze di Roma e Firenze, fino a diventare artisti famosi. Cosa significa essere in esilio per la maggior parte della vita?
“Mirrors of Diaspora” is a film about exile, alienation, memories, creativity, identity homeland, survivals, and war, throughout of seven Iraqi artists living in diaspora for more than forty years. It explores their challenges, failures and successes, both as artists and in their private emotional lives. The central question is: what does it mean to be, for the most of your life, in exile?

Anteprima italiana, alla presenza del regista e dei protagonisti

 

Before Summer Ends di Maryam Goormaghtigh
(Francia, Iran, 2017, 80’ ) v.o: persiano, francese, sottotitoli: inglese, italiano
Dopo cinque anni di studi a Parigi, Arash decide di tornare a casa in Iran, ma i suoi amici Hossein e Ashkan lo convincono a fare un ultimo viaggio nel sud della Francia. Mentre i tre amici guidano, bevono tante birre e flirtano con un paio di musiciste francesi, che si uniscono al simpatico trio, provano il brivido della nostalgia verso il loro paese. Commedia che mescola documentario e finzione, e ritrae splendidamente l’esperienza di essere espatriato, le differenze culturali e i fardelli che attendono i nostri eroi a casa in Iran. Un ritratto del maschio iraniano come non l’avete mai visto.

After five years studying in Paris, Arash has not adjusted to life there and has decided to return to Iran. His two friends Hossein and Ashkan convince him to take a last trip through France, secretly hoping he will change his mind. Their friendship strengthens with the evolving landscapes and their ongoing adventures, and each one’s view of their lives in France changes to the point of overturning their convictions.

Anteprima italiana, alla presenza della regista


Iman
di Mia Bittar

(Sudan, 2017, 44’) v.o: arabo , sottotitoli: inglese, italiano
La storia ispirata a fatti reali di quattro giovani sudanesi provenienti da diversi background sociali e percorsi di vita, che per circostanze particolari si ritrovano attratti dall’estremismo più radicale. Le loro storie si intrecciano per tutto il film ma i personaggi non si incontrano mai. Il film indaga il volto umano della piaga dell’estremismo violento, le dinamiche e le ragioni che portano a fare scelte di vita estreme. Nel film anche il giovane cantante della famosa band sudanese Aswat Elmadina, Goodwill Ambassadors delle Nazioni Unite. Based on real events, the film “Iman” presents four intimate stories of the path towards violent extremism and puts a human face to the issue.  Anteprima mondiale

 

Mr. Gay Siria di Ayse Toprak  [FOCUS GREENHOUSE]
(Turchia, Germania, Malta, Francia, 2017, 85’) v.o: arabo , sottotitoli: inglese, italiano

Husein, un barbiere di Istanbul, vive una doppia vita, combattuto tra la sua famiglia conservatrice e la sua identità omosessuale. Mahmoud è il fondatore del movimento omosessuale in Siria, e vive da rifugiato a Berlino. Sono accomunati dal sogno di partecipare Mr Gay World. Il film racconta le peripezie di un gruppo di rifugiati che cercano d’inviare un rappresentante siriano alla competizione: uno spaccato intimo e inedito dell’identità omosessuale siriana “in esilio”, vincitore dell“Human Rights Award” al festival di Sarajevo.
Husein, a barber in Istanbul, lives a double life between his conservative family and his gay identity. Mahmoud is the founder of Syria’s LGBTI movement and is a refugee in Berlin. What brings them together is a dream: to participate in an international beauty contest, both as an escape from the confines of their lives and as an answer to their invisibility.

Anteprima italiana, introduce Sigal Yehuda, direttore di Greenhouse Film Centre

 

Kabul Dystopian Symphony di Aboozar Amini [FOCUS GREENHOUSE]
(Afghanistan, 2018, 15’ – work in progress )  v.o: , sottotitoli: inglese e italiano

Il film ci fa immergere in un viaggio visivo dentro Kabul, attraverso gli occhi dei passanti. Nonostante la confusione e la disperazione causate da una guerra infinita, la gente coltiva ancora tenaci e inestimabili sogni, in una città in cui l’oppio e la vita umana sono i più economici al mondo. The film takes you on a visual journey of Kabul through the eyes of the passengers. Despite the confusion and desperate caused by the dark shadow of endless war, people carry tiny but persistent and priceless dreams in a city where the opium and human life is the cheapest of the world.

Anteprima assoluta, alla presenza del regista

Stronger Than a Bullet di Maryam Ebrahimi [FOCUS GREENHOUSE]

(Iran, Svezia, Qatar, Francia, 2017, 75’) v.o: farsi, sottotitoli: inglese, italiano
Narratore e personaggio centrale del film è Saeid Sadeghi, fotografo di guerra durante la guerra Iran-Iraq (1980-1988). Molte delle sue foto vennero usate per creare la propaganda di guerra in favore del martirio, e oggi si considera responsabile dell’invio di migliaia di ragazzi nelle loro tombe. Sadeghi attraversa paesaggi pieni di testimoni silenziosi, alla ricerca di persone che ha fotografato all’epoca, sperando di incontrare alcuni dei sopravvissuti. Attraverso filmati d’archivio, questo ritratto elegantemente composto è anche un saggio sull’ideologia, la propaganda e il potere dell’immagine.

Saeid Sadeghi photographed the Iran-Iraq war (1980-1988). Many of his photos were used to create war propaganda for martyrdom. Today he views himself as being responsible for sending thousands of boys to their graves. Interspersed with archive footage, this stylishly-composed portrait is also an essay on ideology, propaganda and the power of the image.  Anteprima italiana

 

Life Sometimes di Cem Hakverdi [FOCUS GREENHOUSE]
(Turchia, 2017, 85’) v.o: turco , sottotitoli: inglese, italiano
La vita in città è dura. Gli abitanti delle città di tutto il mondo sognano di fuggire in campagna. Merve e Haluk sono di Istanbul e fanno molto di più che sognare. Li seguiamo lungo due anni della loro vita, mentre affrontano le mille sorprese della transizione dalla città alla vita in campagna, da una dimensione caotica della vita al mondo ideale che stanno costruendo per sé stessi.
City life is tough. City dwellers all around the world dream of escaping to the country. Istanbul’s Merve and Haluk do more than just dream. We follow them for two years as they experience many surprises as they transition from city to country life. Anteprima Italiana alla presenza del regista.

 

The Journey di Mohamed Jabarah Al-Daradji 
(Iraq, Canada, UK, Francia, Qatar, Paesi Bassi, 2017, 82’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano

Baghdad 2006. Sara entra alla stazione nel giorno della cerimonia di riapertura con il proposito di farsi esplodere. Mentre si prepara a mettere in atto il suo piano, incontra il giovane ferroviere Salam. Ostaggio del proposito della donna, Salam cerca di farle cambiare idea facendo appello alla sua umanità. Accomunati da paura e confusione, Sara e Salam si trovano costretti a riesaminare le loro convinzioni, da lati radicalmente opposti della politica e della società. L’ultimo film di Mohamed Al-Daradji, il più talentuoso regista iracheno di oggi, una meditazione politica intensa e provocatoria girata in forma di thriller nella capitale irachena.

On a night in December 2006, a young woman, Sara, enters Baghdad Central Station: she has made the decision to weaponize her body in a suicide attack. But this becomes complicated after her intentions are discovered at the station by the fast-talking and flirtatious Salam. Sara takes Salam hostage, though the limits of her own agency soon come into question.

Anteprima italiana alla presenza dell’attrice protagonista

 

What Comes Around di Reem Saleh
(Libano, Egitto, Grecia, Qatar, Slovenia, 2018, 79’) v.o.: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Protagonista di questo intenso ed emozionante documentario – presentato in anteprima alla Berlinale – è Um Ghareeb, donna egiziana che definisce “una grande famiglia” la comunità in cui vive, “al Gami yas” in uno dei quartieri più poveri del Cairo. Qui tutti contribuiscono regolarmente con una piccola somma di denaro messa in un piatto, e ogni settimana assieme decidono chi è attualmente il più bisognoso di riceverà sostegno. La regista Reem Saleh ha trascorso sei anni con i membri di questa comunità, raccontando la loro quotidiana lotta per la sopravvivenza: tra testimonianze forti e storie di donne tenaci, tratteggia il ritratto intimo della solidarietà che si genera in un mondo inospitale, letteralmente sospeso tra i binari della ferrovia.
One big family’ is how protagonist Um Ghareeb describes the ‘al Gami yas’ in Rod El Farag, one of Cairo’s poorest districts. In these communities, which comprise several members of the quarter’s inhabitants, everyone regularly contributes a small amount of money into a pot. Reem Saleh spent six years following the members of one such community with her camera, revealing their daily struggle for survival and creating an intimate portrait of mutual support and solidarity in an inhospitable world.

Anteprima italiana, alla presenza della regista.

 

The Poetess di Stefanie Brockhaus, Andreas Wolff
(Arabia Saudita, Germania, 2017, 89’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Hissa Hilal è una poestessa e attivista quarantatreenne dell’Arabia Saudita, che sfida quotidianamente i propri limiti per cercare il cambiamento. Pur indossando il burqa, decide di partecipare al talent show televisivo “Million’s Poet” ad Abu Dhabi, la più grande competizione di poesia del mondo arabo, dominata dagli uomini e con milioni di dollari in palio. Diventa famosa a livello internazionale grazie alle sue poesie contro il terrorismo e il fanatismo islamico, davanti a milioni di telespettatori. Come ha acquisito la conoscenza e il coraggio di salire sul palco e rischiare la sua vita?

Hissa Hilal is the voice from behind the veil: her weapon is her word. Hissa is a self-taught writer and decides to take part in the “Million’s Poet” show, an Abu-Dhabi based Multi-Million Dollar TV show. It is the Arab world’s biggest poetry competition, and it is dominated by men. In her poems she criticizes the patriarchal Arab society and she attacks one of the most notorious Saudi clerics for his extremist fatwas, in front of 75 million viewers. How did she gain the knowledge and the courage to step on stage and risk her life? Anteprima italiana

 

The Oslo Diaries di Mor Loushy, Daniel Sivan   
(Israele, Canada, 2018, 97’) v.o: ebraico, arabo, inglese, sottotitoli: inglese, italiano

L’incredibile documentario che racconta i retroscena degli accordi di Oslo tra Israele e Palestina, attraverso filmati d’archivio mai visti prima d’ora. Nel 1992, con le relazioni israelo-palestinesi in crisi, un improbabile gruppo di negoziatori – due professori israeliani e tre membri dell’OLP – s’incontrano segretamente in Norvegia. A questi incontri non autorizzati, i nemici hanno ferme convinzioni: per i palestinesi gli israeliani sono gli occupanti, gli israeliani vedono nei palestinesi dei terroristi. Ma accomunati da un serio desiderio di pace continuano ad insistitere, nonostante battute d’arresto scoraggianti, una violenza crescente e una continua tensione politica, raggiungendo alla fine un accordo che pochi pensavano possibile. “The Oslo Diaries” racconta con una voce personale di una cruciale vicenda geopolitica, della natura delicata della pace e di quella degli individui, che nonostante le profonde contapposizioni riescono in certi casi a guardare i loro oppositori come amici.
In 1992, with Israeli-Palestinian relations at a low and official communication suspended, an unlikely group of negotiators – two Israeli professors and three PLO members – met secretly in Norway. To these unsanctioned meetings, the bitter enemies brought fiercely held convictions: the Palestinians saw occupiers, the Israelis saw terrorists, and both saw a history of failed negotiations. But united in the serious desire for peace, they continued through disheartening setbacks, escalating violence, and fraught government politics, ultimately reaching an accord few thought possible. “The Oslo Diaries” offers a broadly resonant portrait of diplomacy, the delicate nature of peace, and individuals who, sitting in fundamental opposition, nonetheless found common ground and, in some cases, came to regard their counterparts as friends.

Anteprima italiana, alla presenza della regista

 

Rockabul di Travis Beard
(Australia, Afghanistan, UK, Bosnia Herzegovina, 2018, 90′) v.o: inglese, sottotitoli: italiano
District Unknown sono la prima band heavy metal dell’Afghanistan, animati da una passione smisurata più che da reali capacità musicali. Il musicista e regista Travis Beard li scopre nel 2009, e da allora ne segue la carriera, compresa la sfida più grande: in Afghanistan la musica rock è considerata satanica dai fanatici religiosi e chi la pratica è perseguitato. “Rockabul” racconta la scena musicale underground di Kabul, gli spazi nascosti ma anche l’unico festival musicale del paese, il Sound Central. I District Unknown diventato a poco a poco famosi, anche oltre i confini del loro paese, ma la loro popolarità aumenta anche il pericolo a cui sono esposti i componenti della band. Riuscirà l’amore per il loro paese, per la loro la band e per le loro famiglie, a essere più forte del richiamo verso una vita più normale all’estero?
After living in Afghanistan for seven years, Australian journalist Travis Beard began recording local metal band District Unknown to chronicle a part of Afghan life that is rarely shown in Western media. The film features never before seen footage of Kabul and the underground scene, at odds with an extremely conservative society. District Unknown literally put themselves and their followers in the firing line. We watch as the five unassuming young men deal with identity and freedom in a place where both can get you killed. Anteprima italiana, alla presenza del regista e del protagonista Yusoof Ahmad Shah

 

CORTOMETRAGGI

 

FOCUS KUWAIT

Selezione di cortometraggi di giovani registi dal Kuwait a cura di Laura Aimone, che introdurrà il focus e seguirà il Q&A con i registi presenti in sala
(durata tot. 63 min)

 

The Best Life di Meqdad Al-Kout
(Kuwait, 2016, 6’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Durante la giornata un uomo è incollato allo smartphone per seguire la sua guru del mondo virtuale e al contempo cerca di sopportare la sua routine quotidiana. “The Best Life” offre uno spaccato divertente sull’ossessione contemporanea dell’essere connessi.
Over the course of a day, a man is glued to his smartphone, following his favorite social-media celebrity guru as he tries to cope with his mundane routine. “The Best Life” is an amusing take on the contemporary obsession for online living. Anteprima Europea, alla presenza del regista

 

Men’s Barbershop di Mishal Al Hulail
(Kuwait, 2012, 14’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Alcune cose possono sembrare insormontabili… come cambiare il proprio barbiere.
Some things are seemingly insurmountable… like changing who cuts your hair.
Anteprima Europea

 

Our Neighbor Bu Hamad di Meshal Alhulail
(Kuwait, 2017, 33’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Khaled ha una ventina d’anni ed è solitamente una persona riservata. Ma quando inizia a sentire degli strani rumori provenire dalla casa del suo vicino, Bu Hamad, la sua curiosità viene stuzzicata. Presto, però, inizia a rimpiangere la sua decisione di scoprirne la causa.
Khaled is a twenty-something man who usually minds his own business. But when strange noises
begin emanating from his neighbor, Bu Hamad’s house, his curiosity is piqued. But soon, he starts
to regret his decision to discover the cause. Anteprima Europea

 

Sandarah di Yousef Al Bagshi
(Kuwait, 2014, 7’) no dialoghi
Un giovane fotografo è costretto ad unirsi all’esercito del suo paese, mentre invade un altro stato. È costretto a prendere una decisione repentina che potrebbe condizionare pesantemente la sua vita.
A young photographer is forced to join his country’s army as it invades another state. He is forced to take a quick decision that could have a major impact on his life. Anteprima italiana

 

The Unmissing Part di Ahmed Alkhudari
(Kuwait, 2016, 3’) no dialoghi
Un giovane rifiuta il gesto empatico di un commesso di vendergli una scarpa sola, anche se gli sarebbe sufficiente per condurre una vita normale.
A young man refuses the salesperson empathy to sell him a single shoe even though it’s enough for him to lead a normal life. Anteprima italiana

 

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Kurdistan TV SPOT di Mohammed Sina

Selezione di 6 spot pubblicitari girati per la TV in Kurdistan a tema culinary e con un pizzico di ironia!

Traditional Tea House, Azad Rice, Altunsa Milk, Cihan Tea, Cihan Rice, Cihan Rice – Backstage

(durata tot 7’)

 

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Focus Siria in short

 

One Day in Aleppo di Ali Alibrahim
(Siria, 2017, 24’) no dialoghi

Dopo cinque mesi di assedio soffocante e di bombardamenti quotidiani nella città di Aleppo, un gruppo di bambini si mette per gioco a colorare la città, per dimenticare le difficoltà di ogni giorno e mostrare ottimismo alle centinaia di migliaia di persone intrappolate nella città.
After five months of the suffocating siege and daily bombings of the city of Aleppo, a group of children take it upon themselves to start painting colors in their city as a game in order to forget their daily struggles and to show some optimism among the hundreds of thousands of people trapped in the city.

Anteprima italiana

 

The Painter di Mojaed Abo Al-Jood (Aleppo Media Center)
(Siria, 2018, 6’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano

La storia del giovane siriano Ahmad Taleb della città di Al-Bab, ad est di Aleppo, che ha lasciato la Facoltà di Ingegneria per fornire sostegno psicologico ai bambini nelle aree di Guerra, prima di essere minacciato dalle organizzazioni estremiste ed essere costretto alla fuga in Turchia.
The film documents the story of a Syrian young man “Ahmad Taleb” from the city of Al-Bab, east of Aleppo, who left his education at the Faculty of Mechanical Engineering and moved to provide psychological support for children in areas of conflict before being subjected to security persecution by the extremist organizations and fleeing to Turkey. Anteprima italiana

 

Letter to S. di Layla Abyad
(Siria, Svizzera, 2015, 12’) v.o: inglese e arabo, sottotitoli: inglese, italiano

La regista Layla Abyad invia dalla Svizzera una video lettera alla sua amica Sama, che vive ancora in Siria. La voce fuori campo descrive la vita locale, spesso con tono ironico. Quella che inizialmente sembra una riflessione su due vite paralelle, diventa via via più dolorosa quando si capisce la reale situazione in cui vive Sama.
Filmmaker Layla Abyad sends a personal video letter from Switzerland to her friend Sama, who is still in Syria. In voice-over, she describes local life to her, sometimes with a humorous slant. At first, this juxtaposition of two different realities has a sobering effect, but when it becomes clear what the exact situation of her friend Sama is, the contrast gets more painful.
Anteprima italiana

 

Captain Diaa di Yusuf Aljundi
(Siria, 2017, 12’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Aleppo, la sua città natale in Siria, è in via di distruzione. Lui sogna di diventare un calciatore. Finisce per emigrare in Italia con la sua famiglia.
Aleppo, his Syrian city, falls behind. He dreams of being a football player. He ends up immigrating to Italy with his Family. Anteprima italiana, alla presenza del protagonista

 

Sons (Figli) di Antonio Chiavacci e Benedetto Ferrara

(2017, Siria, Italia, 15’) v.o: arabo, sottotitoli: italiano

Ad Aleppo in anni di assedio e di guerra, i bambini sono stati, come sempre, le prime vittime.

In Aleppo, in years of siege and war, the children were as always the first victims.

 

The Day we Left Aleppo di Hassan Kattan (Aleppo Media Center)
(Siria, 2018, 9’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano

Saleh ha 26 anni e Marwa 24, entrambi adorano Aleppo. Il film racconta la storia dolorosa dell’ultimo giorno trascorso nella loro città, prima di essere costretti a lasciarla. Tanta sofferenza e stanchezza, ma anche tanto amore a unirli in questo giorno così difficile.
Saleh and Marwa love Aleppo. They tell their painful story on their last day in Aleppo. The amount of suffering and fatigue matched by the amount of love that brings them together and this very difficult day. It is the story of love in wartime. Anteprima Europea

 

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The Unknown Sweet Potato Seller di Roshdy Ahmed
(Egitto, 2017, 12’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano 
Cortoemtraggio realizzato in animazione rotoscopica ispirato a un evento realmente accaduto in Egitto. Un artista di nome Khaled decide di indagare sull’omicidio di un bambino che vendeva patate dolci durante la rivoluzione egiziana, spinto da una serie di sogni e coincidenze legate al ragazzo. Gli eventi evolvono con l’avanzare delle indagini, verso un labirinto di caos in cui la verità sembra completamente persa. Protagonisti dell’animazione sono Ia star egiziana Khaled Abol Naga e l’astro nascente Tara Emad.
A rotoscoping animation film inspired from a true events. An artist named Khaled decides to investigate the murder of a kid who sold sweet potato during the revolution of Egypt after having dreams and synchronicities that has to do with the boy and his murder. Events follow where the investigations leads to a matrix of chaos where the truth is completely lost.

Anteprima Europea, alla presenza della attrice star egiziana Tara Emad

 

Will Go With the Wind di Hassan Ahmadi
(Iran, 2017, 19’) v.o: persiano, sottotitoli: inglese, italiano

Tre giovani coppie sono in viaggio verso una villa vicino a un’antica fortezza. Alcuni litigi tra di loro creano una sottile tensione. Ognuno di loro sta aspettando incosciamente degli strani eventi. L’iincontro con una ragazza diversamente abile nella villa, ed è l’inizio di un confronto diretto ognuno con sé stesso.
Three young couples travel to a villa near an old fortress. Conflicts between the six persons make them closer but creates a subtle tension between them at the same time. Each of them is waiting for the weird events that are going to happen; an event in their subconscious without their knowing. They meet a differently abled girl in the villa. It is the beginning of their direct confrontation with their own selves. Anteprima italiana

 

Rope di Azaar Manssori
(Kurdistan, 2017, 7’) animazione, senza dialoghi

Il cappio rappresenta le “false” paure degli abitanti della città. Man mano che crescono sentono l’avvicinarsi del collo alla corda, per questo misurano continuamente la distanza del proprio collo dal cappio. La propaganda del potere li convince che per sfuggire al cappio bisogna accorciarsi, offrendo un servizio a pagamento per tagliarsi le ossa delle gambe… Animazione metaforica sui concetti di paura e sottomissione, che si rigenerano a vicenda.

The Rope represents the “false” fears of the inhabitants of the city. As they grow they feel the approach of the neck to the rope, so they continuously measure the distance. The propaganda convinces them that to escape from the rope it is necessary to shorten, offering a paid service to cut the bones of the legs… metaphorical animation on the concepts of fear and submission, which regenerate each other.

Anteprima Italiana

 

The Scribe di Loay Fadhl
(Iraq, 2017, 4’) v.o. arabo, sottotitoli: italiano, inglese
Cortometraggio di uno dei più talentuosi giovani registi iracheni, basato sulla tradizione irachena di trasmettere le informazioni attraverso la scrittura, ancora oggi in uso a Baghdad attraverso gli scribi. E’ la storia di un uomo che visita quotidianamente uno di questi scriba, nel tentativo di comunicare con la moglie recentemente deceduta. Il presente drammatico dell’Iraq si riunisce con la sua storia antica, di culla della scrittura.
Luay Fadhil’s film is about the Iraqi tradition of the transmission of written information, an archaic practice that continues to exist in Baghdad today. Scribes set up makeshift offices outside public buildings to draw up official documents for visitors and passers-by. The film focuses on a man who visits one of these scribes daily in an attempt to communicate with his recently deceased wife, uniting Iraq’s present with its ancient history as the birthplace of writing.

 

Mirror Image di Danielle Schwartz 
(Israele, 2013, 11’) v.o.: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Una coppia di nonni ebrei israeliani è sfidata dalla loro nipote, a ricostruire una versione concordata della storia segreta di un grande specchio di cristallo, preso dal villaggio palestinese di Zarnuqa durante la Nakba – l’espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi da parte del nuovo stato israeliano durante la Guerra del 1948. Una discussione intima che riflette sulla presenza della Nakba nelle vite degli ebrei israeliani, e sui resti celati spesso al centro delle loro vite.
Jewish Israeli grandparents are challenged by their grandchild to compose an agreed-upon version of the untold story of a large crystal mirror, taken from the Palestinian village of Zarnuqa during the Nakba – the expulsion of hundreds of thousands of Palestinians by the new Israeli state in the 1948 war.

Anteprima italiana

 

Sulukule Mon Amour di Azra Deniz Okyay 
(Turchia, 2016, 6’) v.o.: turco, sottotitoli: inglese, italiano

Gizem e Dina sono due ragazze di Sulukule, un distretto di Istanbul che sta per essere demolito. Ballano per le strade e in cima alle antiche mura della città, con una torcia sollevata trionfalmente che emana fumo colorato. La loro danza è resistenza, unisce le persone, è una celebrazione della loro libertà. Vogliono combattere la discriminazione contro donne, curdi, arabi e rom. In questo ritratto dalla forte potenza visiva e musicale, la danza è la loro salvezza.

Gizem and Dina are two young women in Sulukule, a district of Istanbul that is facing demolition. They dance in the streets and atop the ancient city walls with a torch raised triumphantly on high, burning colored smoke. Their dance is resistance, a celebration of their freedom. They want to fight discrimination against women, Kurds, Arabs and Roma. Dance is their salvation.

Anteprima italiana