I premi di Middle East Now 2023

Tutti i premi assegnati durante la Closing Night di Middle East Now, il 15 ottobre al Cinema La Compagnia:

_ “Middle East Now Audience Award 2023”, miglior film votato dal pubblico a
A GAZA WEEKEND (Palestina, Regno Unito, 2022) di Basil Khalil

_ “Premio Cinema Iran-Afghanistan Felicetta Ferraro 2023” a
THE ETILAAT ROZ (Afghanistan, 2022) di Abbas Rezaie

_ “Premio Best OFF” al miglior cortometraggio d’autore conferito da OFF Cinema a
FATHERLAND (Danimarca, UK, Siria) di Benjamin Kodboel.
Inoltre, OFF Cinema ha assegnato il “Best OFF Special Mention” a THE RETURN di Fatemeh Marzbani (Kurdistan, Iran, 2023)

_ “BEST SHORT” Staff Award 2023 al miglior corto assegnato dallo staff del festival a
YELLOW (Afghanistan, UK, 2023) di Elham Ehsas

Il “Middle East Now Audience Award 2023”, premio assegnato al film più votato dal pubblico a questa edizione è andato a A GAZA WEEKEND (Palestina, Regno Unito, 2022) di Basil Khalil, primo lungometraggio del regista palestinese-britannico, dopo aver debuttato al Toronto Film Festival vincendo il premio FIPRESCI della stampa internazionale. Un film che ha conquistato il pubblico, che nonostante la drammaticità del momento ha potuto “vivere” Gaza e lo spirito dei suoi abitanti sotto un altro punto di vista, quello di una storia di fiction realizzata con i toni della commedia. “A Gaza Weekend” è stato accolto con un grande e accorato applauso finale, alla fine della proiezione in occasione della Opening Night del festival, e anche alla replica al Cinema Astra il giorno successivo, anche questa una proiezione partecipatissima e acclamata dagli spettatori.

Il “Premio Cinema Iran-Afghanistan Felicetta Ferraro 2023” è andato a THE ETILAAT ROZ (Afghanistan, 2022) di Abbas Rezaie, documentario che ha immerso il pubblico nella sede di Etilaat Roz, il più importante quotidiano indipendente afgano all’indomani del ritorno dei talebani nel 2021.
“Per il valore di preziosa e insostituibile testimonianza con cui il film ripercorre il dramma personale e collettivo dello staff di giornalisti di una redazione che, all’indomani del ritorno al potere dei talebani, è costretta a prendere atto dello sgretolarsi delle condizioni minime di libertà per operare e offrire un servizio al paese. Dietro la “bandiera bianca” issata prima della fuga all’estero di buona parte del personale di Etilaat Roz emerge la dignità di uomini e donne che hanno scritto pagine importanti della storia dell’Afghanistan che nessuno, neanche con la forza, potrà cancellare.

_ Il “Premio Best OFF” al miglior cortometraggio d’autore conferito da OFF Cinema, associazione basata a Firenze che valorizza i cortometraggi più innovativi nel messaggio cinematografico e sociale, è andato a FATHERLAND (Danimarca, UK, Siria) di Benjamin Kodboel,
“documentario corto che cattura splendidamente le idiosincrasie e l’assurda angoscia del processo di asilo per una famiglia di profughi siriani in Danimarca. Un racconto umanizzante, senza cadere nel melenso, che offre un urgente e lucido sguardo su un’Europa piena di promesse e allo stesso tempo sempre meno empatica nei confronti di percorsi migratori”.
Inoltre, OFF Cinema ha assegnato la “Best OFF Special Mention” ad un film etnografico carico di poesia e bellezza, THE RETURN di Fatemeh Marzbani (Kurdistan, Iran, 2023),che cattura la quotidianità di Ata Tazik, un ex contrabbandiere diventato pescatore, con uno sguardo che non cerca né di spiegare né di giudicare, ma semplicemente ci mostra una realtà racchiusa nelle frasi finali del film: il mondo in cui viviamo è pieno di meraviglie, se lo vogliamo conoscere più a fondo, un buon modo di farlo è semplicemente osservarlo”.

Infine il premio “BEST SHORT” Staff Award 2023 al miglior cortometraggio assegnato dallo staff del festival, è andato a
YELLOW (Afghanistan, UK, 2023) di Elham Ehsas.
“Per la portata emotiva e culturale dell’incontro che avviene tra i due protagonisti. Per il valore che viene attribuito ai colori, per esprimere emancipazione e libertà di espressione, per la rappresentazione così delicata e poetica di una tradizione che opprime e divide (il portare il velo), per la sensibilità e la vicinanza che l’altro genere (ovvero quello maschile) riesce ad esprimere attraverso un semplice sguardo o gesto, per trattare di un dramma con profonda poesia”.