11 APRIL 2018

Wednesday 11 April
Cinema La Compagnia – Via Cavour, 50r

Ore 16:15


Sans Bruit, Les Figurants du Desert
di COLLECTIF MML (Michał Mądracki, Maciej Mądracki, Gilles Lepore)

(Francia, Polonia, 2017, 64’) v.o: arabo, berbero, inglese, francese, sottotitoli: inglese, italiano
Alle porte del deserto, nel sud del Marocco, c’è la piccola città di Ouarzazate, dove il cinema (“l’occhio dell’Ovest”) e la cultura del luogo condividono una storia comune da più di un secolo. La gente del deserto, ora, è la gente del cinema, e i confini tra realtà e finzione si confondono.
At the doors of the desert, in the south of Morocco lies a small town Ouarzazate, where the cinema – “the Western eye” – and the native culture share an over century-long mutual history. Borders between fiction and reality fade away. People of the desert are now the people of the cinema.
Anteprima italiana

Ore 17.30

Will Go With the Wind di Hassan Ahmadi
(Iran, 2017, 9’) v.o: persiano, sottotitoli: inglese, italiano
Uscito dal prigione dopo anni, un uomo scopre che sua moglie ha dato alla luce una figlia. Suo cognato vorrebbe che la prendesse, ma lui nega la propria paternità.
Released from prison after years, a man finds out that his wife has given to birth a baby. His brother-in-law wants to give him the baby, but he denies the fatherhood.
Anteprima mondiale

a seguire

ore 18.00


20th Suspect Circuit 
di Hesam Eslami

(Iran, 2017, 90’) v.o.: persiano, sottotitoli: inglese, italiano
Un’improbabile amicizia si instaura tra il regista ed Ehsan, il capo di una gang criminale giovanile iraniana che tenta di rubare la sua auto. Nei sei anni successivi, il regista segue la gang nelle loro scatenate scorribande per le strade di Teheran, mentre cercano di rubare auto, fare rapine e scontrarsi con le altre bande. Ma quando il gioco del gatto e del topo finisce male e vengono catturati dalla polizia, i ragazzi si rendono conto che il loro comportamento potrebbe non funzionare più, e che sono costretti a diventare adulti.

An unlikely friendship between the director and Ehsan, the leader of the Iranian youth gang that breaks into his car. Over the next six years, the director follows the gang in this gritty, nail-biting ride as they run wild in the streets of Tehran, breaking into cars, committing robberies and fighting in the streets. But when the gang’s cat-and-mouse games with police finally catch up to them, they realize their adolescent behaviour may not be working for them any longer.
Anteprima italiana, alla presenza del regista

||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL PUNTO DELLE 19:30
Cinema La Compagnia – ingresso gratuito

#SYRIA: raccontare la vita nonostante la guerra
A sette anni dall’inizio di una drammica guerra, tutt’ora in atto, il festival vuole dare voce a chi con il suo lavoro racconta le realtà della popolazione siriana, oltre i sentimentalismi mediatici e gli equilibri geopolitici. In un dibattito aperto al pubblico, intervegono Talal Derki, regista del film “Of Fathers and Sons”, Emad Najm Husso, fotografo e attivista, Mohammed Albakkar, portavoce dell’Aleppo Media Center (AMC), e Filippo Mancini, coordinatore del progetto fotografico Life in Syria. Modera l’incontro Giuseppe Alizzi, autore del libro Sham Sham e profondo conoscitore di Siria.
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||


# FOOD DELIGHTS
in sala, pita con za’atar inclusa nel biglietto di ingresso al cinema – a cura di Pop Palestine Cuisine

Ore 20.45
The Day we Left Aleppo di Hassan Kattan (Aleppo Media Center)

(Siria, 2018, 9’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Saleh ha 26 anni e Marwa 24, entrambi adorano Aleppo. Il film racconta la storia dolorosa dell’ultimo giorno trascorso nella loro città, prima di essere costretti a lasciarla. Tanta sofferenza e stanchezza, ma anche tanto amore a unirli in questo giorno così difficile.
Saleh and Marwa love Aleppo. They tell their painful story on their last day in Aleppo. The amount of suffering and fatigue matched by the amount of love that brings them together and this very difficult day. It is the story of love in wartime.
Anteprima Europea

– a seguire


Of Fathers and Sons di Talal Derki

(Germania, Siria, Libano, Qatar, 2017, 98’ ) v.o: arabo , sottotitoli: inglese, italiano
Il documentario vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultima edizione del Sundance Film festival. Il regista siriano Talal Derki, che sconvolse il mondo con il suo Return to Homs, torna in patria stavolta fingendosi un fotoreporter filo-jihadista che realizza un documentario sull’ascesa del califfato. Il risultato è un ritratto crudo e senza filtri del generale Abu Osama – leader islamista radicale di Al-Nusra, braccio siriano di Al-Qaeda – e del branco di giovani ragazzi che lo idolatra. Il loro capo è il figlio di Osama – che si chiama come l’eroe personale di papà, Osama bin Laden – e il film segue la loro crescita in un campo di addestramento.  
Syrian director Talal Derki returns to his homeland where he gains the trust of a radical Islamist family, sharing their daily life for over two years. His camera focuses on Osama and his younger brother Ayman, providing an extremely rare insight into what it means to grow up in an Islamic Caliphate.
Anteprima italiana alla presenza del regista, introduce Giuseppe Alizzi autore del libro Sham Sham e profondo conoscitore di Siria.

 

||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mercoledì 11 aprile
Cinema Stensen – Viale Don Minzoni, 25C

Ore 18.00


Muhi – Generally Temporary di Rina Castelnuovo-Hollander, Tamir Elterman  

(Israele, Germania, 2017, 89’) v.o: ebreo, arabo, sottotitoli: inglese, italiano
La storia emozionante di Muhi, ragazzino di Gaza vivace e coraggioso, che ha vissuto tutta la sua vita in un ospedale israeliano, accolto da piccolissimo a causa di una grave malattia autoimmune. Per salvargli la vita, i medici gli hanno amputato braccia e gambe. Intrappolato tra due patrie e due popoli, Muhi non è in grado di tornare a Gaza e suo nonno decide di restare con lui. Assistiamo ai momenti più importanti della loro vita, vissuti in circostanze paradossali che trascendono l’identità, la religione e il conflitto che divide il suo mondo. Il suo tempo in ospedale si sta però esaurendo, e Muhi ora deve affrontare la scelta più critica della sua vita. Catturando allegramente il cuore di tutti, ebrei e palestinesi, Muhi è schietto sulla propria identità: “Io non sono ebreo, sono arabo!”.
For the past seven years Muhi, a brave and spirited boy from Gaza has been living in an Israeli hospital, the only home he has ever known. Caught between two homes and two peoples, Muhi is unable to return to Gaza. He is saved and raised by those considered enemy by his people, in paradoxical circumstances that transcend identity, religion and the conflict that divides his world. His time at the hospital is running out and Muhi now faces the most critical choices of his life.
Anteprima italiana alla presenza di Joelle Alexis, montatrice del film

Ore 20:45


Director in Focus
Serata speciale dedicata alla regista palestinese Annemarie Jacir
Partecipano la regista, l’attore Saleh Bakri e il produttore Ossama Bawardi
Introduce Marco Luceri, giornalista e critico cinematografico

Palestine, Summer 2006 di Annemarie Jacir
(Palestina, Svizzera, 2006, 3’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Registi palestinesi affermati e giovani emergenti sono invitati a lavorare a un progetto che riflette lo “stato d’animo” dell’estate del 2006 in Palestina. Dovranno raccontare le loro storie in soli tre minuti, con un unico piano sequenza. Uno spaccato della Palestina personale, politico e poetico, che esprime lo spirito di un popolo che lotta per la libertà.
Both established and emerging Palestinian filmmakers were invited to come together in a project that would reflect the “mood” of Summer 2006 in Palestine. Using one shot, filmmakers were asked to tell their stories in three minutes or less. The result is a unique perspective into the personal, the political, and the poetic – the spirit of a people struggling for freedom.
Anteprima italiana 

– a seguire:


Like Twenty Impossibles
di Annemarie Jacir

(Palestina, USA, 2003, 17’)  v.o: inglese, ebraico, arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Palestina, un paesaggio dolce abbruttito da posti di blocco militari. Quando una troupe cinematografica palestinese decide di evitare un posto di blocco, prendendo una strada laterale, il panorama politico si sgretola e i passeggeri vengono lentamente travolti dalla quotidiana brutalità dell’occupazione militare. “Like Twenty Impossible” è al tempo stesso un poema visivo e una vicenda sulla frammentazione di un popolo.
Occupied Palestine: a serene landscape now pockmarked by military checkpoints. When a Palestinian film crew decides to avert a closed checkpoint by taking a remote side road, the political landscape unravels, and the passengers are slowly taken apart by the mundane brutality of military occupation.
Anteprima italiana

– a seguire:

Salt of this Sea di Annemarie Jacir
(Palestina, Francia, 2008, 109’) v.o: arabo, sottotitoli: inglese, italiano
Soraya, 28 anni, nata e cresciuta a Brooklyn, decide di tornare a vivere in Palestina da cui la sua famiglia è stata esiliata nel 1948. Arrivata a Ramallah, cerca di recuperare i soldi lasciati in un conto dai suoi nonni, ma va incontro al rifiuto della banca. Nel suo percorso incrocia Emad, giovane palestinese la cui ambizione è invece quella di lasciare definitivamente il paese. Soraya ed Emad prendono in mano le sorti della loro vita, anche se questo significa infrangere la legge. In questa corsa verso la vita, ci porteranno alla ricerca della storia perduta della Palestina.
Soraya, 28, born and raised in Brooklyn, decides to return to live in Palestine, a country that her family was exiled from in 1948. On arriving in Ramallah, Soraya tries to recover the money left in an account by her grandparents but meets with refusal from the bank. Her path then crosses that of Emad, a young Palestinian whose ambition, unlike hers, is to leave the country for good. To escape the constraints linked to the situation in Palestine but also to earn their freedom, Soraya and Emad take things into their own hands, even if this means breaking the law.